Amicizia (e amore)

L’amore è garrulo perché il desiderio è per sua natura ambivalente – Shakespeare, Sonetti – mentre l’amicizia è taciturna perché sincera e priva di ambivalenza?
chiede J. M. Coetzee
Paul Auster gli risponde

There are friendships that are transparent and unambivalent (to use your terms) but in my experience not many of them. This may have something to do with another term you use: taciturn. You are correct to say that male friends (at least in the West) tend not to “talk how they feel toward each other”. I would take this one step further and add: men tend not to talk about they feel, period. And if you don’t know how your friend feels, or what he feels, or why he feels, can you honestly say that you know your friend?

Così si apre “Here and Now” lo scambio epistolare tra Paul Auster e il premio Nobel J.M Coetzee, due scrittori e intellettuali di prima grandezza ma anche due amici, che dell’amicizia (soprattutto maschile) fanno il filo conduttore delle loro lettere. Nelle quali alle riflessioni teoriche si alternano fatti quotidiani grandi e piccoli, la crisi economica come arbitraria assegnazione di valore ai numeri, la gioia per gli imminenti giorni di svago da trascorrere a quattro, insieme alle rispettive mogli, la fobia della tecnologia (Coetzee, che non usa e-mail, si stupisce che nella stanza del suo albergo parigino non vi sia una macchina da scrivere!). Il piacere dell’amicizia diventa nelle parole dei due scrittori il piacere intellettuale, sobrio, ironico ma sempre partecipe, della ricerca e della lettura, e insieme il ricordo di altre letture e amicizie.
Come non ripensare alle lettere a Lucilio di Seneca e al suo appassionato elogio dell’amicizia ? “Perché ti fai un amico? Per avere uno per cui poter morire, per avere uno da seguire in esilio, alla cui morte io possa oppormi con tutte le mie forze…”
I toni della modernità sono certo meno patetici ma Auster non esita ad affermare con altrettanto cavalleresco afflato

The best and most lasting friendships are based on admiration. This is the bedrock feeling that connects two people over the long terms. You admire someone for what he does, for what he is, for how he negotiates his path through the word. Your admiration enhances him in your eyes, ennobles him, elevates him to a status you believe is above own. And if…

Una splendida descrizione dell’amicizia (riuscita) che ricorda l’assunto di Jung secondo cui l’amico è quell’altro che in parte siamo, ma che non possiamo mai giungere a essere pienamente. Laddove l’invidia è ovviamente il lato nascosto dell’ammirazione, o se proprio freudianamente si vuole, l’ammirazione la formazione reattiva nei confronti dell’invidia. Ma proprio in questa singolare capacità di guardare con ammirazione alle doti dell’amico e di riconoscere e superare quel tanto di rivalità che esse suscitano in noi consiste forse il nucleo dell’amicizia.
Mi viene da pensare ai miei amici, in un momento in cui li ho sentiti particolarmente vicini. Nessuna senechiana morte imminente per fortuna, nessun esilio (forzato). Le consuete asperità del cammino che talvolta ci costringono ad una pausa. È dolce incontrare in quei momenti, che si credon persi, altri familiari viaggiatori che si soffermano pazienti, perdono tempo con noi senza farcelo avvertire, come se fossero passati di lì per caso.
Forse anche per questo l’ amicizia è discreta e taciturna, come un torrente carsico che ci accompagna in disparte e si mostra solo quando il più travolgente fiume dell’amore non scorre ancora, è in secca (o rischia di travolgerci). Scrive ancora Auster

When we are very small, before our erotic lives begin, there is no distinction. Friendship and love are one.
 

Proprio perché memori di quell’unità e identità amore e amicizia mantengono una certa non sempre provvida frequentazione, le loro acque – la cui sorgente stando a Freud è sempre la pulsione sessuale – talvolta si mescolano. Scriveva già Seneca “senza dubbio l’amore ha qualcosa di simile alla vera amicizia” e guardandolo per una volta dal punto di vista di quest’ultima, con una singolare osservazione contro intuitiva, concludeva “si potrebbe definirlo un’amicizia impazzita”.
Coetzee sembra invertire i termini della questione citando Parade’s End di Ford Maddox Ford: un uomo va a letto con una donna per poterle parlare. Fino a qualche anno fa la storia si raccontava, anche in ambito terapeutico, spesso così: le donne vanno a letto con gli uomini per poter parlare con loro, gli uomini parlano con le donne per poterci andare a letto. È bello constatare che col tempo i pregiudizi passano e i ruoli maschili e femminili si possono alternare, anziché rimanere stereotipamente fissati. Con tutto ciò il rapporto certo innegabile ma non equivalente tra amicizia e amore rimane difficile da definire, come se si trattasse di due cerchi tra loro connessi ma il cui grado di sovrapposizione è mutevolmente variabile. Né d’altro canto possiamo aspettarci risposte definitive dai due illustri Pen Pals in quanto scrittori.
Proprio perché non mirabolanti pretenziose ed illusorie, ma invece sobrie, pacate (secondo alcuni critici fin troppo), autentiche e discrete senza mai essere però scontate, queste lettere commuovono, muovono cioè i nostri affetti.
Come documento, a maggior ragione in forma di eBook, della nostra epoca digitale esse sono anche uno specchio prezioso: da un lato della nostra straordinaria evoluzione tecnica e culturale (non è cambiato solo il substrato materiale ma la mente e le modalità di relazione di chi scrive, pubblica, legge) dall’altro della continuità dei temi di fondo (amicizia, amore, sesso) su cui da millenni continuiamo ad arrovellarci.
Suggerimento musicale: J.S. Bach, BWV 147, Cantata”Jesus bleibet meine Freunde”