Parla con loro

Quando Freud, più di un secolo fa, svelava la sessualità infantile nella non proprio puritana Vienna era scandalo. Ora i tabù legati al sesso sono per fortuna in gran parte stati infranti – e un po’ del merito va anche alla bistrattata psicoanalisi. È ancora però un tabù ai nostri giorni parlare di disturbi mentali nei bambini e negli adolescenti. Lo testimonia un serio studio inglese recentemente citato in un bell’articolo del Guardian
Nonostante un bambino inglese su 10 sia colpito da un disturbo psichico, il 55% dei genitori non ha mai discusso di salute mentale con i propri figli. Ancora più scioccante che il 45% dei genitori intervistati dica di non averlo fatto perché “is not an issue”. Un’ isolata eccezione dell’isola Inglese? Non proprio, visto che in Italia uno studio epidemiologico PrISMA Study  condotto nel 2009 nelle scuole su un campione di 3500 scolari indica un’analoga percentuale del 10% di ragazzi che presentano un disturbo mentale diagnosticabile secondo i criteri del DSM-IV. La stessa ricerca dimostra purtroppo che di questo 10% , l’80% non aveva mai ricevuto una consulenza medica o psicologica. Non basta: Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità “il carico di disabilità legato ai disturbi mentali è destinato ad aumentare e nel 2020 i bambini e adolescenti ad aver bisogno di un supporto psicologico o psichiatrico saranno il 20%.”. Si arriverà dunque presto a un bambino su cinque colpito da un disturbo psichiatrico
Si potrebbe pensare che di fronte a dati così evidenti il tema venga quotidianamente dibattuto in ogni ambito da quello familiare a quello sanitario e politico. Qui basta anche la nostra comune esperienza per dirci che non è così. Con l’eccezione del cyber bulling – che è ormai sulla bocca di tutti, come il burnout per gli adulti – i disturbi psichiatrici dei bambini e degli adolescenti continuano ad essere un tabù. Nella nostra epoca digitale non sono certo le informazioni e l’accessibilità alle stesse a mancare. In pochi click i dati citati sono alla portata di tutti. Sembra piuttosto che “l’innocenza infantile” quella stessa che veniva invocata di fronte alle teorie freudiane si sia trasferita dal sesso alla salute mentale. È cambiato l’ambito ma la rimozione rimane la stessa. Come se i ragazzi, “teneri virgulti” non possano essere nemmeno lontanamente sfiorati dal disagio psichico, che si materializzerebbe per incanto solo a partire dall’età adulta. Le forme in cui si manifesta tale rimozione – che arriva talvolta fino alla negazione della realtà – sono svariate ma il meccanismo rimane identico. Le malattie mentali dei bambini – si dice – sono inventate, esasperate, accentuate, dalle case farmaceutiche interessate solo a vendere i loro prodotti (il ché è sicuramente vero e conferma l’egoismo umano, l’insensibilità di regole di mercato da sorvegliare ed eventualmente da correggere ma non dimostra l’assenza di malattie). I disturbi mentali dei bambini – si sostiene – sono il portato della nostra società moderna/post-moderna, della perdita dei Valori, dello stress, della globalizzazione, della società liquida, della liquefazione dei padri,… I disturbi mentali dei ragazzi – si prescrive – si risolvono con l’amore. Dietro queste ed analoghe apodittiche affermazioni c’è verosimilmente molta paura, molta impotenza e forse un malinteso senso di colpa. Le malattie dei nostri figli ci atterriscono e ci angosciano come poco altro. Ci sentiamo impotenti e in qualche modo sempre colpevoli, di aver o non aver fatto qualcosa. E allora in preda al panico, all’angoscia, al senso di colpa, preferiamo rimuovere, negare, incolpare altri. (E quando possiamo incolpare qualcuno/qualcosa come nel caso del bullismo e del burnout parliamo volentieri).
L’evidenza scientifica dice però cose molto diverse da quelle che vorremmo credere, come ben illustrato ad es. dal Dott. Vicari responsabile dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria infantile Bambin Gesù di Roma. I disturbi psichici in età evolutiva non solo esistono ma “la maggioranza dei disturbi mentali in età adulta hanno preso origine in infanzia e in adolescenza”. Più esattamente

” Il picco di incidenza delle malattie psichiatriche si ha tra i 12 ed i 35 anni ”
“Il 75% dei disturbi mentali si manifesta in maniera sintomatologicamente evidente entro i 25 anni” e il 50% di quelli più gravi addirittura prima dei 14 anni.

Il disturbo d’ansia è evidente in oltre la metà dei casi già dai 5-6 anni. Il disturbo ossessivo-compulsivo insorge generalmente già a 10 anni. I disturbi di personalità anti-sociali dell’adulto sono spesso preceduti dai disturbi della condotta negli stessi adolescenti e bambini. Si potrebbe continuare a lungo .
Ma il motivo principale per cui dovremmo parlare di più di disturbi psichici dell’età evolutiva soprattutto con i nostri figli è che tali disturbi si possono curare e nella maggior parte dei casi guarire. Anche nella terapia e addirittura nella prevenzione dell’autismo, lo spettro più inquietante tra i disturbi mentali dell’infanzia, si stanno facendo grandi passi avanti.
Benvenute sono allora tutte le iniziative che senza allarmismi e con spirito critico e scientifico aiutano a far conoscere i disturbi mentali dell’età evolutiva, incoraggiano il discorso tra genitori e figli sul tema, invitano a ragazzi a vincere paure e pregiudizi e a discuterne tra loro, con i loro insegnanti, con professionisti. (Anche perché se non prendiamo l’iniziativa noi adulti devono arrangiarsi i ragazzi da soli come dimostra un’altra ricerca inglese  da cui emerge che il 62% degli adolescenti ha cercato informazioni sulla depressione in internet). Le modalità di divulgazione possono essere quanto mai varie. La campagna inglese time to change  presenta tra l’altro brevi video per suggerire come cominciare a discutere di salute mentale con i propri figli.
In Italia la Neuropsichiatria dell’Ospedale pediatrico del Bambin Gesù ha allestito il magazine online specchioriflesso.net per far crescere e diffondere la cultura della salute mentale. Rai Educational ha realizzato Disordini  “la prima docufiction dedicata alle più frequenti malattie mentali che colpiscono oggi i ragazzi”, tra cui anoressia, schizofrenia, sindrome di Tourette, ADHD. Telefono azzurro http://www.azzurro.it/it/informazioni-e-consigli informa soprattutto su temi di abuso, maltrattamento, dipendenze patologiche, cyber bullismo, eventi traumatici. Ma si può anche entrare negli inquietanti paesaggi del disagio psichico sulle spalle dei personaggi di romanzi o film, coniugando vissuti personali, sensibilità letteraria e informazione scientifica. È quanto cerca di fare strana.mente il concorso per studenti di scuola media superiore, promosso dall’associazione uma.na.mente  –  di cui faccio parte – e dall’ufficio scolastico regionale della Lombardia I ragazzi, coadiuvati da un loro docente, possono scegliere, leggere/visionare e commentare un romanzo o un film incentrato sul disagio psichico. I loro elaborati verranno esaminati da una giuria mista “psico-letteraria” e i migliori premiati.
Accostarsi ad un tema da prospettive e con canali diversi è una delle caratteristiche e dei vantaggi della nostra epoca digitale, che della pluralità (di mezzi, discipline, persone) fa la sua cifra. Ma cambiare registro mantenendo il filo rosso che tutti li collega è anche una delle grandi risorse di bambini e adolescenti. Avvicinarsi al tema del disagio infantile e adolescenziale in modo molteplice, plurale e possibilmente integrativo è dunque un’occasione non solo per conoscere meglio le loro (e nostre) difficoltà ma anche per riscoprire le loro (e nostre) risorse.
Suggerimento musicale Debussy Children’s corner http://youtu.be/ozisMKGGkB8