Un mio giovane paziente mi raccontava che la paura degli altri era per lui così angosciante che avrebbe preferito essere l’unico sopravvissuto di un mondo estinto, come lo è il protagonista dello straordinario Dissipatio H. G. di Morselli. Le sue drammatiche parole mi sovvenivano pensando all’odierna giornata mondiale della salute mentale, doveroso ricordo della sofferenza di un terzo di noi – e non è detto che gli altri due terzi non la sperimentino mai – e altrettanto necessario incitamento a far di tutto per sconfiggerla e abbattere gli stupidi pregiudizi che ancora la circondano. Il pericolo retorico di gettare nella circostanza il cuore oltre l’ostacolo e di immaginare che qualche superficiale informazione, il pensare positivo e un bel sorriso gettino risolutivo ponti per l’incontro con chi soffre è tuttavia reale.
Proprio per questo trovo preziose iniziative incomparabilmente diverse tra loro per valore e seguito, accomunate tuttavia dalla consapevolezza che la sofferenza mentale è una fragilità di tutti noi e che, nella sua sconvolgente drammaticità, prima ancora di essere sconfitta, va ascoltata, accettata, e, per quello che è possibile, compresa come una parte di noi.
Il progetto americano Project 1 in 4 é una raccolta di disegni artistici provocatoriamente “infantili” che illustrano le reali esperienze di persone affette da disturbi psichici. Ne scrive tra l’altro con l’abituale sua umanissima eleganza Maria Popova nel suo imperdibile brain picking descrivendolo così:
School of Visual Arts student Marissa Betley explores the everyday realities of life with mental illness…. through a series of drawings based on the experiences, struggles, and coping strategies of people Betley interviewed, who had been diagnosed with depression, anxiety, schizophrenia, PTSD, and a range of other disorders….
Project 1 in 4 is part of the annual 100 Days Projectinitiative by the SVA Masters in Brandingprogram, which assigns students the task of envisioning a creative operation, performing it for one hundred consecutive days, and documenting the ongoing process publicly.
“Follemente umano” “irrsinnig menschlich” é un’iniziativa tedesca partita da Lipsia nel 2000 e che si é già diffusa in molte città tedesche per aiutare a far crescere e sviluppare nei ragazzi e nei giovani adulti un confronto diretto e consapevole con i temi della salute mentale e dei disturbi psichici. A ragione, poiché, come ricordava anche il Italia il Dott. Vicari, “il 75% dei disturbi mentali si manifesta in maniera sintomatologicamente evidente entro i 25 anni” e per di più “il carico di disabilità legato ai disturbi mentali è destinato ad aumentare e nel 2020 i bambini e adolescenti ad aver bisogno di un supporto psicologico o psichiatrico saranno il 20%.” Il progetto tedesco prevede nel corso di giornate apposite organizzate nelle scuole un confronto diretto ed emotivamente coinvolgente in varie tappe tra ragazzi/e ed esperti (psichiatri/psicologi/assistenti sociali) ma anche Peer, persone che hanno vissuto in prima persona il disagio psichico e raccontano la loro esperienza per gestirlo e superarlo.
Tra le numerose iniziative italiane mi permetto di citare strana.mente pur facendone parte. Un concorso letterario rivolto a studenti/esse della scuola media superiore che, accompagnati dai loro docenti, desiderino avvicinarsi, attraverso la lettura di testi letterari e/o la visione di film alla comprensione dei meccanismi e delle forme del disagio psichico. Identificandosi con i fragili protagonisti di quei romanzi e film i/le ragazzi/e fanno un “viaggio nel noto e nell’ignoto” (Magris), altrui e proprio, confrontandosi proprio con quella fragilità che tanto fa paura ed aprendosi al dialogo. Basta leggere le parole dei ragazzi per rendersene conto.
Anche il mio giovane paziente legge appassionatamente romanzi quanto mai drammatici, in cui il disagio psichico la fa da padrone. Mi dice che da lì non gli fa paura. Anzi. In quei protagonisti riconosce parti di sé, che riesce ad osservare con la necessaria distanza e sicurezza, si confronta con altre, ne sperimenta di nuove, in un incessante e affascinante teatro interiore che lo aiuta a maturare la propria fragile identità.
Immagine: foto tratta da @rassegnaflp
Suggerimento musicale: J.S. Bach / Ich hatte viel Bekümmernis, BWV 21