libericondizionati

„Siamo tutti come dei pesci, liberi di sguazzare nell’oceano ovunque vogliamo, possiamo scegliere noi cosa mangiare, dove nasconderci o con chi riprodurci, eppure alla fine ci facciamo complessivamente trasportare da una grande corrente“ Così scrive uno degli/delle studenti/studentesse delle scuole medie superiori che hanno partecipato al 3 concorso strana.mente, dedicato quest‘anno al tema della coscienza tra libertà e condizionamento
“ C‘è molta meno libertà ed arbitrarietà nella vita psichica di quanto siamo propensi a credere, forse non ce n’è affatto. Ciò che chiamiamo caso nel mondo esterno può, come è noto, risolversi in leggi ; così anche ciò che chiamiamo arbitrarietà nella mente si basa su leggi che solo ora cominciamo oscuramente a sospettare… Siamo consciamente confusi e inconsciamente controllati. “ sosteneva provocatoriamente Freud più di cento anni fa e le neuroscienze confermano oggi il suo scetticismo. Eppure proprio lui, paradossalmente, è riuscito a liberarsi dal condizionamento della visione illusoria (allora dominante) di un incondizionato consapevole libero arbitrio. Con la sua „terapia della parola“ Freud ha aperto anche a noi la strada per la (parziale) liberazione dai condizionamenti subiti nel passato divenuti nel frattempo parti di noi. Del resto, scrive un‘altra studentessa di strana.mente „le più grandi scoperte le hanno compiute proprio uomini che hanno pagato in prima persona il prezzo delle loro scelte, grazie al coraggio di intraprendere nuove strade, magari senza essere sostenuti o [venendo] addirittura osteggiati.“
Lasciamo pure per un momento da parte le grandi scoperte e riflettiamo sul nostro quotidiano. „La nostra vita – scrive un’altra studentessa – è l’insieme delle scelte che compiamo ogni giorno, qualsiasi piccola cosa contribuisce a cambiarla, si può dire che in ogni momento ci troviamo a scegliere una strada fra infiniti incroci“.
Senza Google-Map però. Come fare allora?
L’Oreste delle Coefore di Eschilo – rilette, parallelamente al concorso, su Twitter con con #libericondizionati #LiberiCondizionati – si affidava agli oracoli di Apollo. La certezza dei responsi era però talmente incontrovertibile che il dio veniva designato con l’epiteto Lossia, cioè «dai responsi ambigui» [nota di Luigi Tonoli]. Quando Oreste è stretto nel dilemma di uccidere la propria madre assassina per vendicare il padre o lasciarla vivere in quanto sua datrice di vita, non potrà contare sull‘oracolo ma solo sulla propria dilacerata coscienza. Ucciderà Clitemnestra ma subito dopo dovrà per questo subire la furia delle Erinni che lo porteranno all‘orlo del collasso psichico.
Per fortuna i nostri dilemmi morali quotidiani sono generalmente meno tragici e sanguinosi di quelli di Oreste ma l’attualità di Eschilo è data anche dal fatto che il desiderio di vendetta, di ripagare l‘altro con la stessa violenta moneta in una sorta di inarrestabile circolo vizioso (la freudiana coazione a ripetere), ci prende la mano anche al nostro tempo, nel quotidiano, sui social, onlife.
Quando Enea si risveglia dal suo sogno erotico-amoroso (amoroso?) con Didone e si ricorda che tiene famiglia („in sogno
l’ombra del padre Anchise, turbata, mi rimprovera e mi spaventa, con lui mi rimprovera Ascanio, povero bimbo, del torto che faccio al suo futuro, poiché lo frodo del regno d’Esperia, dei campi fatali.“ quarto libro dell‘Eneide di Virgilio #libericondizionati #LiberiCondizionati) e deve (vuole?) continuare il viaggio per arrivare in Italia (il suo „amore“), attribuisce anche lui la sua volontà agli dei: „Ma adesso Apollo grineo mi comanda di andare in Italia“…. „E proprio adesso Mercurio, messaggero dei Numi,
mandato da Giove (lo giuro per le nostre due vite) m’ha portato per l’aria rapida questo comando: – Naviga!“. Che magnificente apparato divino, pur di non dover confessare a Didone che lui vuole andarsene.
Ma è troppo comoda prendersela con Enea o con Virgilio e anche con tutti gli dei. Anche ai nostri tempi non riusciamo a liberarcene. Hanno assunto altre sembianze certo, ma la nostra paura di scegliere, il nostro desiderio di fuggire non verso, ma dalla libertà (Fromm) rimane inalterato. Ora abbiamo gli algoritmi, che sono certo più affidabili degli oracoli di Apollo. Essendo nuovi dei, ci incutono forse maggior terrore. Temiamo scenari apocalittici nei quali la nostra libertà personale sarà minacciata o addirittura esautorata dagli algoritmi e dalle loro spietate scelte. In realtà in quanto modelli di previsione basati sull‘analisi dei comportamenti pregressi, gli algoritmi rappresentano effettivamente una sorta di manifestazione tangibile della nostra coazione a ripetere. La paura della libertà continua però ad essere la nostra di sempre. Se possibile ancora più minacciose sono spesso le nostre fantasie relative ai robot che ci priverebbero non solo del lavoro ma della nostra stessa libertà. La dinamica psicologica che sottende gli scenari distopici è a questo punto, se riassumiamo la storia del rapporto con la libertà che parte da Eschilo e arriva fino a noi, evidente. Quanto noi desideriamo la nostra libertà, tanto ne abbiamo paura. Nella comprensibile difficoltà di gestire la nostra paura di scegliere, tendiamo a vederci poveri, se non completamente privi di libertà, e ad affidare ed attribuire agli algoritmi, ai Robot all’AI la responsabilità delle nostre scelte salvo poi subito dopo vedere le nostre stesse costruzioni come entità malvage che ci succhiano ogni libertà, come i vampiri il sangue.
Libertà condizionata è allora un’endiadi o un tragico ma inevitabile ossimoro? “L’unico modo per conquistare pian piano la libertà – scrive un’altra studentessa – è rendersi conto di essere costantemente condizionati“. Rendersene conto insieme a chi ci sta vicino è un po’ meno doloroso. Perché “Nessuno merita la solitudine. Ancor meno chi manifesta una “strana mente”. Un peso condiviso è un fardello più leggero.“
Suggerimento musicale: Purcell Dido’s Lament