“Si lasci un re completamente solo, senza nessuna soddisfazione dei sensi, senza nessuna occupazione della mente, senza compagnia, libero di pensare a sé e a suo agio; e si vedrà che un re privo di distrazioni è un uomo pieno di miserie “ Così scrive Pascal nei suoi Pensieri. E prosegue constatando che, proprio per tale motivo, “ i re sono circondati da persone che si prendono una cura singolare di evitare che restino soli in condizione di pensare a loro stessi, ben sapendo che, se ci pensassero sarebbero infelici, nonostante che siano re”.
Dubito che Pascal tra le tante sue doti umane, filosofiche e matematiche possedesse anche quella della preveggenza. Mi sembra tuttavia che queste sue parole, pubblicate nel lontano 1670, ritraggano meglio d’ogni articolo attuale uno dei re del nostro tempo, Elon Musk. Certo qualche piccolo ritocco alle righe di Pascal è necessario. Elon Musk è un re sui generis, un re dei social media e provvede da se stesso a distrarsi con il social che si è comprato mediante i proventi derivanti dalle sue altre attività imprenditoriali. Credo peraltro che le correzioni possano finire qui. Elon Musk, peraltro non diversamente da Mark Zuckerberg, Jeff Bezos, Bill Gates e altri ricchi protagonisti del digitale, si sente re, si comporta da re e pretende la distrazione che ai re si addice. Da re stabilisce le regole del gioco, salvo avere la faccia tosta di smerciarle come regole imposte dal popolo, ricorrendo pure al latino (Vox Populi, vox Dei)
Re di Twitter
Da re sospende da Twitter giornalisti a lui invisi accusandoli, dopo, di aver violato regole che lui ha stabilito il giorno prima, per poi riammetterli il giorno successivo con il solito giochino del referendum. Si fa poi burla del fatto che a invocare la libertà di parola siano ora coloro che lo rimproveravano prima di esserne un assolutista. Ora, dopo la pubblicazione su Wikipedia dell’episodio di sospensione dei giornalisti, discredita Wikipedia, rimproverandole di essere controllata dal media mainstream
Sicuramente avrà in serbo altre sorprese, fedele al concetto che, non conta che venga amato o odiato, l’importante è che tutti parlino di lui e lo facciano possibilmente sul suo social.
Regole di gestione dei social media
Il problema non è naturalmente il narcisismo di Elon Musk e altri, che sembra far parte del necessario physique du rôle a quei livelli, quanto piuttosto il fatto che l’era del digitale, che pur ha dischiuso inimmaginabili progressi per l’umanità, sembra purtroppo contraddistinta da personaggi che sembrano addirittura far rimpiangere gli ottocenteschi padroni delle ferriere. Sarebbe naturalmente stupido confondere il digitale e i suoi straordinari progressi con i suoi non proprio amabili re, ma non è certo molto più saggio sottovalutare il pericolo che deriva dal ritardo nell’applicazione di regole democratiche – per le quali possiamo essere grati all’Unione europea – nella gestione dei social media, tali da impedire ai re di comportarsi da re. Accanto alle regole, la cui applicazione è stata almeno minacciata, è tuttavia necessaria la consapevolezza di tutti noi che la pascaliana distrazione non è ricercata solo dal re, ma da tutti/e noi per distoglierci “dall’infelicità della nostra condizione”. Alle tante forme di distrazione già annoverate da Pascal se ne sono solo aggiunte altre, tra cui i social. Il problema di fondo rimane lo stesso: “ noi non cerchiamo mai le cose, ma la ricerca delle cose”. Così “non viviamo mai, ma speriamo di vivere e, preparandoci sempre ad essere felici, è inevitabile che non siamo mai tali” (Pascal).
Immagine: Carlo X di Francia, Incoronazione di François Gérard