Abitare la soglia: sostenibilità, trasformazione e desiderio

In un tempo segnato da catastrofi ecologiche, crisi simboliche e mutamenti sistemici, la sostenibilità non può più essere considerata una mera questione tecnica o normativa. È un’istanza culturale, politica, esistenziale. Per questo l’incontro tra psicoanalisi, economia e governance – come accadrà l’11 giugno al Congresso nazionale sulla Tassonomia sociale, Transizione ESG e impatti sulle organizzazioni – non è solo opportuno, ma necessario.


Valore sociale 



Grazie anche alla visione e al contributo della professoressa Fanny Guglielmucci dell’Università Roma Tre, che coordinerà il modulo dedicato alla co-creazione di valore sociale, questo evento si propone di generare un dialogo transdisciplinare autentico. Non si tratta più di adattare l’umano ai meccanismi del cambiamento, ma di ripensare l’umano stesso: chi siamo oggi in relazione al vivente, al tempo, alla Terra?



Ma cos’è la tassonomia sociale?

 

Si tratta di un quadro normativo emergente, pensato per integrare la più nota tassonomia ambientale. Il suo scopo è quello di individuare criteri condivisi per valutare l’impatto sociale delle organizzazioni: parità, inclusione, benessere, diritti, relazioni. È la “S” dell’ESG che prende finalmente forma, smettendo di essere il punto cieco delle strategie sostenibili.
Una tassonomia sociale ben congegnata può diventare lo scheletro etico di una nuova cultura organizzativa, in cui la creazione di valore non è solo economica, ma relazionale, reputazionale, comunitaria.


I Confini tra (in)sanità e distruzione

 

Accanto a questo sforzo istituzionale emerge la chiarezza che non bastano standard: serve una trasformazione dei linguaggi, delle narrazioni e delle strutture del vivere collettivo. La psicoanalisi, che lavora proprio sui confini (tra sanità/follia, tra Io e Altro), propone di abitare vigili la soglia anziché rifiutare i cambiamenti. È significativo che proprio i confini siano al centro del convegno intitolato “Thinking on the Border: (In)sanity and Destructiveness”, promosso a Trieste dal 27 al 29 giugno 2025 dalla Società Psicoanalitica Italiana: un appuntamento importante per esplorare come l’esistenza, le tensioni e le trasformazioni sociali si intreccino nelle pieghe dell’umano. 


Sostenibilità digitale

 

Infine, anche il digitale ha un ruolo centrale in questa riflessione. Non si tratta solo di tecnologia o efficienza: il digitale costituisce una leva per orientare la trasformazione verso una solidarietà esplicita. Per riprendere le riflessioni maturate dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale, non esistono tecnologie sostenibili in assoluto, ma solo contesti in cui il loro uso venga inserito in processi realmente sostenibili . Il concetto di sostenibilità digitale non è quindi un’aggiunta, ma la trasversalità del progetto: algoritmi, piattaforme, intelligenza artificiale devono essere pensati come strumenti abilitanti di responsabilità e partecipazione. È decisivo che siano guidati da una visione dell’umano capace di «custodire la complessità, l’interdipendenza e la vulnerabilità che ci costituiscono».

 

Abitare la soglia 



Tutti questi saperi – giuridici, economici, tecnologici, psicologici – convergono su un’idea fondamentale: abitare la soglia. Soglia che non separa ma connette, che non innalza barriere ma apre possibilità. Serve il coraggio di sognare nonostante e proprio in ragione del tragico, come richiamava Ernst Bloch. Solo così potremo trasformare la crisi in opportunità.

Gli eventi citati non sono manifestazioni isolate, ma tappe di un percorso integrato che coniuga tassonomia sociale, sostenibilità digitale e soglia psicoanalitica. Se, seguendo Paulo Freire, educare è una pratica di libertà, allora sono proprio questi spazi a rappresentare le fucine del desiderio, i laboratori del futuro del possibile.

Perché non c’è sostenibilità senza relazione, e non c’è cura della Terra senza cura dell’umano.

Suggerimento musicale: Arvo Pärt, Spiegel im Spiegel