Le note del tango che risuonano in Piazza S. Pietro. I ballerini – convenuti via Facebook – che danzano al suo ritmo per festeggiare il compleanno di Francesco, come fosse un vecchio amico. (La corporea passione di uno dei più sensuali balli che travolge, per un momento, la mistica – e spesso sado-masochistica – ascesi sacrificale cattolica). È una delle più belle immagini sonore (?) dell’anno, testimonianza viva della forza della musica. Una passione che, a detta dei ritrovamenti archeologici, sembra accompagnare l’uomo dall’epoca del suo cugino di Neandertal, che già 35.000 anni fa suonava un rudimentale flauto (ritrovato in Svevia e ricavato da ossa d’oca). Gli strumenti e gli stili musicali si sono ovviamente evoluti , ma inalterata rimane la capacità della musica di influenzare e “regolare” le nostre emozioni. Innanzitutto la gioia, che brillava negli occhi del Papa, quando ascoltava il “suo” tango. Ma gioia a parte, non è poi così facile individuare le emozioni evocate dalla musica. Non sono infatti sempre identiche a quelle che percepiamo nella vita di ogni giorno. Le cosiddette emozioni morali quali vergogna e colpa non possono venire (per fortuna) sollecitate dalla musica. La stessa tristezza sembra nella musica trasfigurarsi. Studi sembrano dimostrare che la tristezza evocata dalla musica viene percepita come meno minacciosa di quella non-musicale e suscita stati emotivi positivi, piacevoli e romantici, che ci aiuterebbero a fronteggiare meglio le emozioni negative nel quotidiano. Quali emozioni vengono precisamente evocate dalla musica? Zentner e Grandjean dell’Università di Ginevra si sono dati la pena di classificare in una serie di esperimenti con più di mille probandi “esposti” alla musica soprattutto classica gli stati emotivi possibili e dagli iniziali 800 (ottocento!) termini descrittivi sono arrivati attraverso la loro Geneva Emotion Music Scale (GEMS) ad individuare 9 dimensioni emozionali che la musica può evocare in ciascuno di noi.
Mentre la Polka di Strauss sembra raggiungere i punteggi più elevati per la gioia, l’irritabilità (disforia) sembra al meglio evocabile – qualora ve ne fosse proprio bisogno di questi tempi – dalla Sagra della primavera di Stravinsky, accolta non casualmente alla sua prima rappresentazione nel 1913 da sentimenti e comportamenti (!) quanto mai aggressivi. Forse non sarebbero stati invece necessari prolungati esperimenti per scoprire che la musica classica ha il maggiore potenziale di evocare stati emotivi meditativi, tranquillizzanti e nostalgici mentre techno e musica latino-americana risvegliano sentimenti euforici e di attivazione.
Non so se il GEMS si affermerà come sistema di classificazione ma certo se ne può sempre ricavare un nuovo gioco per le imminenti non sempre proprio entusiasmanti giornate di festa. Cosa è tender per te? E cosa sensual per me? per tornare a scoprire consapevolmente una dimensione, quella musicale, spesso relegata alla casualità nella vita quotidiana o negletta nei social. Questa la mia personale esemplificazione:
Tenerezza – Nostalgia ; Divertimento maschile e femminile , ; Gioia sacra e profana Serenità – Tranquillità più o meno nostalgica ; Eroismo giovanile – Potenza composta; Vitalità (utilissima per il jogging) ; Sensualità più algida o più corposa ; Tristezza che può però trasfigurarsi in acuta nostalgia ; Trascendenza ; diffidente Irritazione
Qual’è la vostra GEMS?
In attesa dela 2° più neurofisiologica parte, Buon Natale
Foto tratta da Il Post