Adotta un segno è l’invito digitale che @FChiusaroli con profondità scientifica e felicità comunicativa rivolge agli internauti. Per deformazione professionale ma anche (credo?) per insicurezza personale (?) io prediligo il? Altri preferiscono il ! (esplicito o implicito), molti vagano nei … Alcuni attaccano bottone dopo ogni, altri vogliono sempre mettere il (loro). C’è invece chi molto consapevolmente e coraggiosamente sceglie il ; Per ricominciare. Dopo una depressione, una grave crisi, un altro disturbo psichico che l’ha portato/a molto vicino a porre fine alla propria vita. Mettere, tatuare, mostrare un ; significa voler rinascere: con una nuova frase, una nuova storia, la propria vita. Lo racconta un articolo del Daily Mirror segnalato su Twitter da @atrapurpurea Il ; tatuato, evidenziato è la migliore dimostrazione che spesso il – è +. Meglio di tante campagne contro lo stigma della malattia mentale, gravate da moralismo e inefficacia, il ; ci ricorda sobriamente la nostra fragilità ma anche la possibilità della ripresa. La fragile tenacia di voler superare il dolore di una perdita, la presunta vergogna di un disturbo mentale, l’opprimente senso di colpa o di insufficienza per concedersi una nuova possibilità. Forse è proprio questo oggi (da sempre?) il coraggio dell’eroe/eroina chiamato/a a combattere draghi che hanno sempre più le fattezze del disagio sociale e dei disturbi mentali. Ma il ; è anche un sommesso invito all’ascolto in un’epoca in cui i social network testimoniano insieme il nostro bisogno di legami sociali e la nostra solitudine. Parole, immagini e suoni dei nostri tweet e dei nostri post hanno sostituito lo spulciamento, il grooming è diventato social (cit. Gianluca Marcellino) ma il suo piacevole significato comunitario è rimasto probabilmente invariato. Proprio al tempo dei social network è più attuale che mai la novella “Malinconia” di Cechov il cui protagonista, il vetturino Jona Potapov è «così povero e solo da dover chiedere al primo che incontrava la carità di ascoltarlo», senza peraltro trovare nessuno davvero disposto a farlo, come commenta mirabilmente Ravasi L’invocazione all’ascolto sembra anzi la miglior chiave di lettura per capire in profondità tanti nostri tweet, post e commenti che spacciano erudizione in cerca di comprensione e sembrano racchiudere la stessa domanda che fa da sottotitolo ad racconto cechoviano “a chi racconterò la mia tristezza?”. Il ; è la speranza di un nuovo racconto e di un possibile ascolto.
Ma il ; è, nella sua concisione di segno d’interpunzione, anche un invito alla brevità, che faccio, per una volta, mio;
Suggerimento musicale: Händel, Ariodante, “Se rinasce nel mio cor”
Immagine tratta da: semicolonproject416.tumblr.com