Nella tarda adolescenza tutti ci siamo sentiti più o meno eroi capaci di salvare il mondo o almeno noi stessi. In questa fase di sviluppo un certo grado di “onnipotenza ” è normale e ci aiuta nel processo di crescita e di individuazione personale consentendoci di distaccarci dai genitori e di superare le paure connesse all’ingresso nel mondo degli adulti. Può però accadere che proprio in questa fase i tratti di narcisismo si cristallizzino, diventino patologici ed evolvano in un disturbo di personalità narcisistica. Quando l’onnipotenza tardo-adolescenziale è fisiologica e quando invece è destinata ad evolvere in un disturbo di personalità vero e proprio? Ce lo chiediamo spesso come genitori e a maggior ragione come terapeuti. Uno studio australiano aiuta a comprendere quali siano le emozioni principali che orientano il processo in senso patologico.
Gli autori sono partiti dall’ipotesi che quando gli adolescenti con un ideale del sé troppo elevato non si percepiscono all’altezza di questo standard irrealistico, provano vergogna. La vergogna condurrebbe poi a lotte interiori e difficoltà interpersonali, compromettendo le loro relazioni sociali.
Per provare la loro tesi gli autori hanno somministrato a 348 giovani tra i 17 e i 25 anni un questionario che misurava due aspetti del narcisismo che rappresentano anche due forme dello stesso: narcisismo vulnerabile (caratterizzato dalla sensibilità al rifiuto) e narcisismo grandioso (caratterizzato da un’esagerata sicurezza di sé). Il sondaggio includeva anche una scala che valutava la vergogna relativa al proprio carattere, corpo e comportamento. Infine, sono stati valutati i quattro stili di attaccamento: sicuro, preoccupato-ansioso, distanziante-evitante e timoroso-evitante (originariamente detto disorganizzato).
È emerso che i giovani con punteggi più alti di narcisismo vulnerabile sperimentavano anche livelli più alti di vergogna, cosa che non accadeva invece per ragazze/i con narcisismo grandioso. Inoltre la vergogna è risultata essere il fattore di mediazione nell’associazione tra narcisismo vulnerabile e stili di attaccamento. Infatti, i giovani adulti con un narcisismo vulnerabile e dunque una maggiore vergogna presentavano una percentuale maggiore di attaccamento timoroso-evitante e preoccupato-ansioso e un minore attaccamento sicuro. Ciò non valeva invece per il narcisismo grandioso.
I risultati sembrano dunque suggerire che i giovani con narcisismo vulnerabile sperimentano una maggiore vergogna a causa della discrepanza tra il loro sé ideale e il loro sé reale. Essi sembrano inoltre basare la propria autostima sulla percezione e sul giudizio che gli altri danno di loro anziché sulla propria percezione di sé e delle proprie sensazioni interiori. La vergogna che deriva dalla discrepanza tra sé ideale/sé reale induce caratteristiche antagonistiche che ostacolano le relazioni sociali, inducendo gli individui a ritirarsi dagli altri, o a diventare eccessivamente appiccicosi, o addirittura a diventare ostili.
a weak sense of self (i.e. a less inte- grated self) may relate to people being more prone to experiencing shame …, as we have observed in this study. Shame highlights undesirable, stable and global attributes of the self … Since shame involves evaluating the self as a whole more negatively, rather than focussing on specific aspects of the self (e.g., feeling guilty about a certain behaviour) … the experience of shame can highlight a discrepancy between the ideal and actual self … This process may contribute to developing a more negative model of self by inhibiting the integration and strengthening of the self
In conclusione gli autori sottolineano le possibili implicazioni per il trattamento clinico del narcisismo, suggerendo che “favorire l’autocompassione nel trattamento, anche con i giovani, può contrastare gli effetti dirompenti della vergogna“ permettendo così che vengano vissuti anche gli aspetti negativi del sé”.
“The challenge here is that feelings of shame may relate to less self- compassion or even fear thereof in adolescents with narcissistic traits […] and that therapists may show less warm responses to adolescents presenting with pathological narcissistic traits.”
Nulla di nuovo, per carità, ma l’ennesima dimostrazione di quanto possa essere frustrante e inibente la vergogna e quanto sia necessario favorire un atteggiamento più tollerante verso sé stessi proprio nei ragazzi/e più vulnerabili. La nostra società narcisistica, che sembra aver sostituitola la vergogna alla colpa inducendo aspettative apparentemente illimitate, non aiuta e proprio per questo è quanto mai opportuno non vergognarsi di parlare di vergogna.
Immagine: tratta da @IrenaBuzarewicz