Idomeneo in Ucraina

“I cani amano i loro amici e mordono i loro nemici a differenza delle persone, che sono incapaci di puro amore e devono sempre mescolare amore e odio nelle loro relazioni” scrive Freud, cui la vita quotidiana sembra dare spesso ragione. Gli antichi potevano almeno prendersela con gli dei per le contraddizioni che il fato suscitava in loro. Ilia, la protagonista dell’Idomeneo di Mozart, privata del padre (Priamo, re di Troia) per mano dei greci e innamoratasi di un greco (Idamante) che le ha salvato la vita, attribuisce appunto agli dei il dilemma in cui si sente prigioniera: “Ah qual contrasto, oh Dio! d’opposti affetti / mi destate nel sen, odio e amore / Vendetta deggio a chi mi diè la vita / gratitudine a chi vita mi rende”. Da tempo però sappiamo che a tiranneggiare su di noi non sono gli dei ma le nostre contraddittorie passioni che sembrano non lasciare spazio alla libertà. E se qualcuno attribuisce a un qualche Dio intenti crudeli, sappiamo che sta agendo solo in nome delle proprie passioni, come ci ricordava già Goethe: “chi fraintende i celesti, chi li crede sanguinari, attribuisce loro solo i propri crudeli desideri”. Ma dopo aver appurato l’origine fin troppo umana di questi “crudeli desideri” cosa possiamo fare per gestirli in noi e fronteggiarli quando albergano negli altri? È il tema di questi drammatici giorni segnati dalla crudeltà di un’invasione che ha già distrutto esseri umani e coscienze e costretto alla fuga persone che lasciano un inferno ma se lo portano anche nell’animo. “Fuor del mar ho un mar in seno, Che del primo è più funesto” canta il protagonista dell’omonima opera mozartiana, Idomeneo. Ora che la battaglia contro il virus sembrava quasi vinta grazie alla tecnologia, riemerge l’antica battaglia contro la malvagità umana, per la quale certo Putin ha il physique du rôle, ma non l’esclusiva. Appurato che i ruoli dell’ invasore e dell’invaso sono, pur nel guazzabuglio dell’animo umano, chiari e che sarebbe non meno crudele privare l’invaso di quel diritto alla resistenza che noi italiani abbiamo riconosciuto a noi stessi durante la nostra invasione, è tutt’altro che facile orientarsi nel dramma attuale per non lasciarsi sopraffare dalla crudeltà e, per quel poco che ci riesce, arginarla. L’opera mozartiana Idomeneo rielabora in chiave illuministica il mito greco e lo riscrive. Il dilemma della crudeltà rimane: Il re di Creta Idomeneo, di ritorno dalla vittoriosa guerra dei Greci sui Troiani, per sfuggire alla tempesta ha fatto voto a Nettuno di sacrificare la prima persona quando sarà finalmente sbarcato sulla propria isola. Il dramma di un potere che si arroga il diritto di sacrificare la vita delle persone è acuito dal fatto che ad accogliere il re sarà proprio il figlio, Adamante, che diviene così la vittima sacrificale designata. Mentre nel mito il crudele sacrificio viene compiuto, nell’opera mozartiana la soluzione del dilemma avviene (utopisticamente) all’insegna dell’amore e dell’umanità: Ilia, innamorata di Adamante, si offre in sacrificio al suo posto e Nettuno, quasi rabbonito da tale gesto d’amore, accetta di riformulare in termini più umani il sacrificio, stabilisce che Idomeneo abdichi, Adamante – che aveva già liberato i Troiani dalla prigionia della schiavitù – prenda il suo posto e Ilia divenga sua sposa e regina. La generazione paterna della crudeltà lascia il potere alla generazione dei figli che si era impegnata per il superamento della guerra, il ritorno dell’amicizia tra i popoli prima rivali e per l’affermarsi della pace.

IDAMANTE
Scingete le catene,
(si levano a’ prigionieri le catene, li quali dimostrano gratitudine)
ed oggi il mondo, oh fedele Sidon, suddita nostra, vegga due gloriosi popoli in dolce nodo avvinti, e stretti di perfetta amistà. Elena armò la Grecia e l’Asia, ed ora disarma e riunisce ed Asia e Grecia eroina novella, principessa più amabile, e più bella.

Coro de’ Troiani e Cretesi
TUTTI
Godiam la pace, Trionfi Amore: Ora ogni core Giubilerà.

DUE CRETESI
Grazie a chi estinse Face di guerra:
Or sì la terra Riposo avrà.

Certo sarebbe ingenuo e pericolo applicare i criteri artistici alla realtà. Se anche Putin avesse fatto anche qualche voto a qualche crudele sua divinità (l’URSS?) non ce lo rivelerà mai, né un deus ex machina interverrà a sorpresa per annunciare un’improbabile pace. Purtroppo dovremo continuare a combattere sul fronte diplomatico, finanziario e umanitario se vorremo arrivare alla pace e anche così il risultato è tutt’altro che scontato. Ma la mobilitazione di queste settimane offre segnali di speranza: in tutta l’Europa, che per una volta sembra riuscire a trovare un’unità; nei paesi confinanti con l’Ucraina, che, prima insensibili ai drammi dei migranti africani, ora assistono i profughi ucraini con instancabile generosità; nella stessa Russia in cui migliaia di persone sfidano la repressione e la prigione per gridare il loro dissenso da Putin e il loro desiderio di pace. È la generazione, lo spirito di Adamante. Sta a ognuno di noi fare in modo che questo spirito di pace trionfi su quello inumano di Idomeneo.

Immagine tratta da interlude.hk

Suggerimento musicale: A. Mozart, Idomeneo, Aria “Padri, germani, addio”