Nel Galileo di Brecht il monaco e astronomo Fulgenzio, dopo aver letto il decreto di condanna dell’Inquisizione nei confronti di Galileo, si reca da quest’ultimo e gli espone i motivi per cui ha deciso di abbandonare l’astronomia:” il decreto è stato saggio. È servito a rivelarmi quanto possa essere rischiosa per l’umanità un’indagine priva di ogni freno”. È noto come proceda il dialogo. Fulgenzio,”figlio di genitori contadini, “gente semplice”, cui è stato insegnato che “l’occhio di Dio è su di loro”, ritiene che loro si sentirebbero “traditi e ingannati” se andasse a raccontargli che “vivono su un frammento di roccia che rotola ininterrottamente attraverso lo spazio vuoto e gira intorno a un astro, uno tra tanti, e neppure molto importante”. Ragion per cui ai suoi occhi il decreto che impedisce di rivelar loro la dolorosa verità è saggio.
Ho riletto queste parole dopo la sospensione cautelativa della somministrazione di vaccino a Astra/Zeneca da parte di svariati paesi europei. Mi si obietterà facilmente che l’attuale situazione non ha nulla a che fare con quella dei tempi di Galileo e che i ricercatori tedeschi che hanno segnalato rari casi di una ancor più rara forma di sanguinamento associato a impoverimento di piastrine nulla hanno a che spartire con Galileo. È certamente così. Eppure… se ci si prende la briga di leggere attentamente come è nata e come si è sviluppata, soprattutto in Germania, la vicenda, non si può non riconoscere che oggi come allora sono in discussione i temi dell’autonomia della ricerca scientifica da qualsivoglia potere (religioso, politico o altro che sia) e dell’autonomia decisionale di ogni persona adulta sulla base di adeguate informazioni (consenso informato). Il Ministero della salute tedesco afferma infatti in un suo comunicato che “la vaccinazione è una questione di fiducia e non di costrizione. Ogni vaccinato deve essere sicuro che tutte le informazioni sul vaccino siano trasmesse in modo trasparente e completo e che nulla venga nascosto. Anche gli effetti collaterali rari, ma forse gravi, devono essere attentamente esaminati.”
E poiché “in diversi casi in Germania, in relazione a una vaccinazione con AstraZeneca, è stata riscontrata una forma speciale di grave trombosi venosa cerebrale associata a mancanza di piastrine (trombocitopenia) e sanguinamento” […] “l’istituto Paul Ehrlich ha raccomandato di sospendere la vaccinazione con l’AZ come precauzione al fine di indagare ulteriormente sui casi. Il Ministero Federale della Salute ha seguito questa raccomandazione. L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) deciderà se e come i nuovi risultati influenzeranno l’approvazione del vaccino.” D’altro canto l’EMA nel suo comunicato dell’11.3.2021, pur continuando a ritenere che i vantaggi del vaccino superassero i rischi e che vaccinazione potesse essere continuata, si prendeva tempo per sottoporre a revisione i casi segnalati rinviando ad un successivo comunicato
“There is currently no indication that vaccination has caused these conditions, which are not listed as side effects with this vaccine. The position of EMA’s safety committee PRAC is that the vaccine’s benefits continue to outweigh its risks and the vaccine can continue to be administered while investigation of cases of thromboembolic events is ongoing. PRAC is already reviewing all cases of thromboembolic events, and other conditions related to blood clots, reported post-vaccination with COVID-19 Vaccine AstraZeneca […] EMA will further communicate as the assessment progresses.”
Con tutto il rispetto, suona un po’ come un “voi andate avanti a vaccinare, che intanto io controllo”. Sarebbe come se io, si licet parva componere magnis, dicessi a un paziente di continuare ad assumere il farmaco mentre io controllo gli ultimi controversi studi sulla sua pericolosità. A ragione il paziente mi risponderebbe verosimilmente di controllare prima gli studi, poi lui, a seconda del risultato del controllo, ne riprenderà o meno l’assunzione. Così è stato anche per la maggioranza dei governi europei (Germania, Francia, Italia, Spagna,, Svezia etc) i quali, nell’incertezza, hanno scelto la via precauzionale della sospensione temporanea. Altri invece, come l’Austria, hanno tirato dritto mentre in altri ancora, come la Svizzera, il vaccino Astra/Zeneca non è ancora stato approvato. Dopo il comunicato dell’EMA del 18.3.21 in cui l’agenzia europea del farmaco escludeva qualsiasi nessun causale tra la somministrazione del vaccino e i fenomeni tromboembolici segnalati (“the vaccine is not associated with an increase in the overall risk of blood clots (thromboembolic events) in those who receive it;” […] This allows the PRAC to confirm that there is no increase in overall risk of blood clots. However, in younger patients there remain some concerns, related in particular to these rare cases.”) i principali paesi europei hanno ripreso la somministrazione del vaccino AZ, la Francia però solo al di sopra dei 55 anni, mentre in Svezia continua la sospensione. La temuta ondata di paura, diffidenza e astensione dalla vaccinazione nella popolazione non c’è stata. Lontana dall’essere lo scandalo da molti dipinto in Italia, la vicenda mi sembra invece assai istruttiva da molti punti di vista.
L’indagine scientifica non deve essere sottomessa ad alcuna pressione, nemmeno quella politico-sociale “a fin di bene” di vaccinare il più alla svelta possibile tutta la popolazione. Nonostante i casi anomali fossero rari, erano però letali, erano stati segnalati da un istituto di ottima reputazione scientifica ed andavano chiariti. Questo è d’altro canto il metodo scientifico. Non vale la tradizione, l’autorità, non vale nemmeno quello che è stato sostenuto fino al giorno prima se un nuovo caso lo mette potenzialmente in discussione il giorno dopo. Il chiarimento può arrivare solo da un’analisi più ampia e più approfondita, scevra da qualsiasi condizionamento extra-scientifico. Tra l’altro proprio questa segnalazione ha consentito ad altri scienziati di trovare un metodo per far fronte alla reazione autoimmune che si scatenerebbe in questi rari casi di tromboembolia. Non è la rimozione delle difficoltà e degli errori che porta avanti la scienza ma la trasparenza dei dati.
Tutti noi poi, in confronto agli scienziati che si occupano di problemi così specialistici come tromboembolie, vaccini etc, siamo, che lo vogliamo o no, come i genitori di Fulgenzio, “gente semplice”. Sarebbe certo a prima vista più facile rassicurarci, raccontarci che è tutto sotto controllo e che dobbiamo farci vaccinare senza paura e senza stare a badare a rari casi di sanguinamenti statisticamente insignificanti. Ma così facendo negheremmo il principio stesso della scienza e del consenso informato e torneremmo ai tempi e alla paternalistica mentalità di Fulgenzio, secondo la quale altri prendono decisioni, per noi per non farci sentire “traditi e ingannati” come i suoi genitori di fronte all’eliocentrismo. Chi diceva e dice che “la gente” non avrebbe capito i bruschi dietrofront di Aifa, governo etc tratta gli altri come “gente semplice” non in grado di capire e si ritiene al contempo superiore, legittimato a decidere cosa è comprensibile e cosa è giusto per “la gente semplice”.
La scienza moderna infine è ormai ben lontana dalle certezze del due e due fa quattro. Il modello stesso di scienza si è trasformato, si è passati da un’impostazione lineare-deterministica a una probabilistica, che prevede più di una risposta a seconda del contesto di riferimento e che tiene conto dell’incertezza stessa. È il motivo per cui lo stesso vaccino AZ non è approvato in Svizzera, è approvato ora solo al di sopra dei 55 anni in Francia (appunto perché quei rari casi di tromboembolia con trombocitopenia si sono verificati solo in soggetti al di sotto dei 55 anni) continua ad essere sospeso in Svezia, viene nuovamente somministrato nella maggior parte dei paesi europei. Gli scienziati di un paese non sono per questo più intelligenti o più stupidi degli altri, fanno legittimamente riferimento a parametri diversi.
Anziché scandalizzarci o indignarci, ci conviene piuttosto cercare di familiarizzarci con una scienza moderna, che, come d’altro canto l’arte, ha già da tempo accettato di fare i conti con l’incertezza. Siamo noi che facciamo fatica ad accettarla.
Immagine: tratta da @IrenaBuzarewicz