E se sostituissimo all’edulcorata e asessuata immagine disneyana di Biancaneve un nudo di donna, ad es di Modigliani o di un qualsiasi altro artista? Forse capiremmo meglio ciò di cui stiamo (prolissamente) parlando. Del desiderio. E dei conflitti che si frappongono alla sua realizzazione. La fiaba di Biancaneve di questo parla. Del conflitto tra madre e figlia, della paura della madre di venire spodestata nel suo potere femminile dalla figlia, e della paura di Biancaneve di diventare donna, adulta e sessuata. Frenata dalla paura (vergogna, senso di colpa) Biancaneve dorme (tanto) fino a che il principe – con o senza bacio, rapporto sessuale o che dir si voglia – la sveglia al piacere della sessualità adulta. Non basta infatti che lei abbia scelto la parte erotica (rossa) della mela, per destare il suo desiderio, nella favola, ci vuole il maschio.
Se la vediamo così, possiamo forse capire meglio perché i giornalisti italiani – ma bisogna presumere anche taluni loro lettori, nonché svariati account social – si sono lanciati a capofitto nella vicenda del bacio a Biancaneve dormiente e dunque non consenziente. Certo, di fronte a simili „sovraeccitazioni sbrigative“ (Luca Sofri @ilpost ) è legittimo interrogarsi sulla correttezza dell’informazione giornalistica (italiana) e magari concludere, come fa appunto Sofri, che „l’attenzione data a quell’articolo e il modo di raccontarlo sono diventati un buon metro per misurare quali giornali prendano sul serio l’informazione e la spiegazione delle cose. E capire chi consegni le mele avvelenate.“ O ancora, come fa Fabio Avallone per @valigiablu , analizzare in un articolo documentato, preciso e molto approfondito cos’è la Cancel culture, „com’è nata, come si è evoluta negli USA, com’è stata strumentalizzata dalla destra e di come viene travisata e caricaturizzata in Italia.“
Proviamo tuttavia per un momento ad andare al di là delle pur importantissime questioni di cattiva informazione o addirittura di (presunta) intenzionale disinformazione e a tornare alla fiaba. A me sembra che proprio nel suo contenuto e in particolare nei suoi aspetti inconsci (analiticamente interpretati ed esplicitati) si possano trovare suggerimenti molto interessanti per comprendere meglio la reazione di appassionata e quasi scandalizzata indignazione, anziché di ironia, disinteresse o altro che in Italia ha accompagnato la vicenda del bacio non consenziente del principe a Biancaneve. La favola di Biancaneve è la rappresentazione più riuscita di come nasce e e si sviluppa, secondo l’ottica maschile, il desiderio femminile . Le donne, madre e figlia, litigano sempre, non si possono sopportare, il maschio (il cacciatore) si sbarazza velocemente del conflitto mentendo alla madre e lasciando al suo destino la figlia. Quest’ultima se ne sta nascosta a imparare un efficiente disbrigo delle faccende domestiche, è tentata dal sesso (la metà rossa della mela), deve pagarne le conseguenze dormendo, priva dunque di ogni bisogno e al riparo da altre tentazioni e precoci esperienze sessuali. Poi arriva il maschio che infonde in lei il desiderio o quanto meno lo suscita, lei arriva dunque vergine all’appuntamento e poi “vissero felici e contenti”. Non solo esperienze con altri maschi non sono minimamente contemplate ma lo stesso desiderio femminile è assente in Biancaneve, che in modo totalmente passivo e privo di ogni bisogno (sonno perpetuo), aspetta il primo maschio che passa nei dintorni il quale le infonderà il desiderio. O bei tempi passati, quando nessuna femminista rompeva ancora le scatole e pretendeva anche per le donne la stessa autonomia del desiderio che ogni uomo considera naturale e legittima…. Viste così le cose, non è poi tanto strana l’indignazione soprattutto maschile per una modifica dell’andamento della favola. Se il bacio non è consentito e dunque non arriva, cade tutto l’impianto e magari Biancaneve si sveglia da sola, va a cercare lei quelli o quelle con cui le piace stare e tutto diventa più imprevedibile e divertente ma molto più complicato per il principe, che smette di essere tale. È (ancora) questa la paura di noi maschi italiani? Non solo che il rapporto sessuale richieda il consenso della donna ma soprattutto che il desiderio della donna sia autonomo, indipendente dal nostro.
Per essere chiaro, non voglio censurare Biancaneve, sconvolgerne la trama, farne una fiaba femminista. Biancaneve è una bellissima fiaba così com’è, che spero anche i/le miei nipoti potranno leggere. Riflettere però da adulti sugli impulsi e i conflitti che animano la favola è possibile e utile e direi anche divertente se si riesce a mettere in discussione pregiudizi del passato che ancora dormono in noi.
Per superare mentalità antiquate e correlati abusi di potere è necessario passare attraverso una discussione che sia però critica e possibilmente aperta all’ironia (e soprattutto all’autoironia). Altrimenti tutto si trasforma in una lotta di potere tra fazioni nemiche o in un’accettazione superficiale e acritica della nuova più aperta mentalità semplicemente come se fosse un nuovo vestito. In Italia coltiviamo, a mio avviso, una miscela estremamente pericolosa di tradizionalismo e di trasformismo. Rimaniamo da un lato ancorati a modelli di pensiero, di convivenza civile e sociale superati nella maggior parte degli altri paesi occidentali. Poi, quando, sotto la pressione di esigenze improrogabili, siamo costretti a cambiare, approviamo, dopo feroci dibattiti, nuove norme di civiltà, e diventiamo di colpo i più appassionati paladini della nuova tendenza come fosse un nuovo capo di moda da indossare, un nuovo slogan, un nuovo #hashtag di successo. Se però manca la discussione critica con le/gli altre/i e soprattutto viene meno la paziente elaborazione interiore del conflitto tra vecchia e nuova mentalità, otteniamo solo un mimetismo di facciata destinato a sgretolarsi di fronte alle prime difficoltà. Rimuoviamo cioè il conflitto o meglio i sentimenti spiacevoli ad esso collegati, facciamo finta di essere tutti al passo con le nuove tendenze, tutti partigiani, democratici, sessantottini nonviolenti, volontari socialmente impegnati per i più deboli, moralmente irreprensibili, femministi, rispettosi di ogni orientamento sessuale e gridiamo allo scandalo se qualcuno si azzarda a dire cose non conformi all’ordine del giorno. Anche di fronte ai feminicidi noi maschi ci indigniamo con toni sdegnati e roboanti, rimane però da capire come mai uno di noi commette un feminicidio ogni tre giorni. Forse la reazione di fronte alla discussione su un bacio a una Biancaneve non consenziente ci può aiutare a capire cosa sentiamo davvero e ostinatamente rimuoviamo. Lo specchio della matrigna potrebbe servire anche a questo.
Immagine: Amedeo Modigliani, nudo sdraiato, 1917
Suggerimento musicale: Pëtr Il’ič Ciajkovskij, La bella addormentata