Narcisi e contenti

Chi si presta meglio di Elon Musk a impersonare al giorno d’oggi Narciso? Musk è l‘uomo più ricco del pianeta, e forse della storia, si ritiene un geniale anticipatore se non addirittura il progettista del futuro dell’umanità, pur apparendo molto più interessato al proprio futuro personale che a quello altrui. Potendoselo permettere, ha pure acquistato, come un magnate d’altri tempo faceva con i mass media, un social media come Twitter, per smontarlo e rimontarlo a sua immagine e somiglianza, anche se John Naughton descrive la cosa in termini non proprio lusinghieri: „It was like watching a monkey acquire a delicate clock“.
In ogni caso il non proprio simpaticissimo Musk è ben lontano dal soffrire e morire d’amore come accade nel mito a Narciso, che si lascia morire per non essere riuscito a congiungersi con l’immagine di sé stesso riflessa nell’acqua, di cui si era perdutamente innamorato. Nel mito d’altro canto Narciso viene punito con la sofferenza e la morte dagli dei proprio perché aveva precedentemente rifiutato l’amore altrui, preso completamente da sé stesso.

Mito e realtà 

Nel mito Narciso sembra dunque essere quantomai sfortunato e sofferente proprio a causa della sua incapacità di amare un altro e il suo bisogno di riservare le proprie attenzioni solo a se stesso. Ma è davvero così? I narcisisti soffrono come Narciso o sono invece felici e contenti, come appare Musk? Per rispondere scientificamente a questa ed altre domande relative al narcisismo un gruppo di ricercatori facente capo a Leonie Kampe ha allestito a Berlino uno studio che è stato premiato lo scorso novembre con il più alto riconoscimento alla ricerca psicoanalitica nello spazio di lingua tedesca il Wilhelm-Bitter-Forschungspreis 
Lo studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Psychiatry nel giugno del 2021, giunge alla conclusione che il narcisismo grandioso non è correlato a un disagio psicologico, ma lo è invece il narcisismo vulnerabile, in quanto il primo (narcisismo grandioso, NG) fa uso di meccanismi di difesa adattativi mentre il secondo (narcisismo vulnerabile, NV) utilizza meccanismi di difesa mal adattativi e patologici.

Narcisismo grandioso e vulnerabile 

Certo, sono necessarie diverse premesse perché questi termini tecnici dicano qualcosa. La prima è relativa ai due tipi di narcisismo. L’immagine del narcisista che generalmente abbiamo in mente è quella di una persona con idee grandiose di sé, delle delle proprie azioni e delle opere che ne derivano, incapace di ogni empatia e priva di ogni interesse nei confronti degli altri. Anche i manuali psichiatrici (DSM 6, ICD 11) insistono sugli aspetti della grandiosità e trascurano invece il lato più vulnerabile del narcisismo. Si deve proprio alla teoria psicoanalitica l’individuazione, accanto al narcisismo grandioso, di un narcisismo caratterizzato da estrema vulnerabilità e ipersensibilità con conseguente forte disagio psicologico. È probabilmente capitato a tutti noi di incontrare persone che ci appaiono molto suscettibili alla critica, ipersensibili ad ogni commento che le riguarda, spesso incapaci di portare a termine il loro lavoro a causa dell’estremo perfezionismo e di aspettative esagerate nei propri confronti così come nei riguardi degli altri. In realtà le ricerche nonché il lavoro clinico dimostrano che grandiosità e vulnerabilità sono i due lati della stessa medaglia, oltre ad essere caratteristiche che, in minore un maggior misura, fanno parte di tutti noi. La teoria psicoanalitica ritiene appunto che la grandiosità sia una struttura difensiva, una sorta di grandioso castello fortificato che protegge in realtà un nucleo molto fragile e vulnerabile, una specie di piuma, esposta ad ogni corrente e ad ogni ferita. In alcuni narcisisti prevale il castello fortificato, in altri l’esile piuma, in tutti c’è però un po’ dell’uno e dell’altro, così come peraltro,vale la pena di ricordare, in tutti noi. All’origine del narcisismo si ritiene vi siano precoci esperienze di intenso rifiuto e forte svalutazione del bambino da parte dei genitori/caregiver. La grandiosità sarebbe dunque una sorta di processo compensatorio per difendere se stessi dalle paure, dalla vergogna e dalle minacce all’autostima. Il narcisismo grandioso è però caratterizzato da autostima apparentemente elevata ed estroversione con tendenza ad un orientamento edonistico e a comportamenti a rischio con scarsa considerazione per le conseguenze future. Il narcisismo vulnerabile è invece correlato a minore autostima, introversione, attaccamento ansioso alle persone, atteggiamento fatalistico e negativo verso il futuro.

Meccanismi di difesa 

La seconda distinzione riguarda i meccanismi di difesa, cioè quelle operazioni mentali inconsce che regolano implicitamente i nostri conflitti interiori e con gli altri. Facendo riferimento alla capacità di questi processi mentali di proteggerci dai conflitti e di farci dunque funzionare più o meno bene, le difese psichiche possono essere ordinate lungo un gradiente che va da quelle adattative, che ci aiutano cioè ad adattarci all’ambiente circostante, a quelle nevrotiche o intermedie per arrivare infine a quelle mal adattative o patologiche, che rendono cioè difficile la nostra integrazione nel mondo circostante. Tra le prime annoveriamo ad esempio l’umorismo, l’anticipazione, la razionalizzazione. Di fronte ad una critica o a un incipiente sentimento di vergogna, possiamo trarci efficacemente d’imbarazzo con una battuta. Questo tipo di difese vengono utilizzate in modo flessibile e riducono l’impatto delle emozioni negative. I meccanismi di difesa intermedi o nevrotici vengono pure impiegati per regolare il disagio emozionale ma sono utilizzati in modo più rigido e tendono ad evitare completamente l’esperienza di emozioni spiacevoli. Sono ad esempio lo pseudo-altruismo, la formazione reattiva, fare come se l’evento non fosse accaduto. È il classico “non mi hai fatto niente“ che da bambini gridavamo al compagno che ci aveva appena picchiato per sottolineare che noi eravamo più forti del dolore infertoci. Da adulti il meccanismo diventa un po’ più raffinato ma mantiene lo stesso significato: anziché farci vedere feriti di fronte a una critica riempiamo di complimenti chi ce l’ha fatta nel tentativo così di trasformare un sentimento di rabbia in uno positivo di gentilezza. generosità etc.
Infine le difese mal adattative o patologiche sono quelle che tendono ad allontanare dal sé emozioni potenzialmente pericolose o minacciose, proiettandole ad esempio sull’altro /altri con meccanismi di proiezione e identificazione proiettiva. Se mi sento ad esempio fortemente minacciato nella mia identità dalle critiche di un collega, nego ogni valore alle critiche e attribuisco invece al collega intenti malevoli o addirittura di congiurare con altri contro di me.

Tipo di difesa e sofferenza psichica 

I ricercatori dell’Università di Berlino nel suddetto studio hanno analizzato 254 persone, reclutate tramite Università e mailing-list, le hanno sottoposte a questionari per l’individuazione sia di tratti narcisistici grandiosi e vulnerabili, sia di specifici tipi di difese e sono giunti appunto alla conclusione che il narcisismo grandioso mostrava significative associazioni positive con meccanismi di difesa di tipo adattativo quali l’anticipazione e la razionalizzazione oltre che con meccanismi di difesa di tipo nevrotico quali lo pseudo altruismo e la formazione reattiva. Il narcisismo vulnerabile invece mostrava associazioni significative con difese di tipo nevrotico (formazione reattiva, aggressività passiva) ma soprattutto con difese di tipo mal adattativo tese a spostare gli affetti negativi dal sé (quali la proiezione la somatizzazione, fantasie autistiche, aggressività passiva, isolamento). Lo studio non ha riscontrato segni di disagio psicologico nei soggetti con narcisismo grandioso, mentre i soggetti con narcisismo vulnerabile hanno dimostrato un disagio psicologico riconducibile proprio a meccanismi di difesa di tipo nevrotico e mal adattativo. In particolare i meccanismi di difesa dello pseudo altruismo, della razionalizzazione, dell’anticipazione, e della dissociazione (dalle emozioni negative) sembrano fare la differenza, nel senso che eviterebbero il disagio psicologo e sarebbero responsabili dei vantaggi strategici e sociali di cui godono i narcisisti grandiosi.

La sofferenza altrui e le nostre possibilità 

Dunque i tempi delle sofferenze sembrano essere passati per i narcisisti grandiosi dei nostri giorni. Gli dei, ammesso che l’abbiano fatto ai tempi di Narciso, non sembrano più volersi curare di punire gli Elon Musk. E gli psichiatri sembrano incapaci di curarli anche perché, i narcisisti grandiosi, non pungolati dalla sofferenza, se ne guardano bene dal mettersi sul lettino e se lo fanno è per lo più per dimostrare che sono pazienti straordinari, capaci di guarire prima ancora di aver compreso di esser malati. La sofferenza è però di chi li deve sopportare, vicino o lontano che ne sia. Tuttavia si può cercare di imparare proprio dai loro meccanismi di difesa per non lasciarsi travolgere nella proiezione, nell’isolamento, nell’aggressività passiva. Se ce ne rendiamo conto, siamo noi i soggetti della rivoluzione digitale.

Immagine tratta dall’account Twitter di Elon Musk